DAY 15
BUSH-CARNARVON 105
TOT. KM 1394
All’alba quando apro gli occhi noto che sulla tenda
gironzolano già decine e decine di maledette mosche, stamattina si sono
svegliate presto, cosi mi sveglio presto anch’io, resto rifugiato nella tenda a
far colazione, un bel pacco di noodle, smonto la tenda e preparo tutto,
purtroppo non posso lavarmi la faccia e i denti perché ho solo altri 4 litri d’acqua,
cosi riparto assonnato alle 8, senza musica, con un cielo grigio e con un bel
venticello che mi spinge contro, non mi fa superare i 15 k/h ma non è assai fastidioso.
Arrivo in un’area di sosta, con due bagni ma niente acqua, c’è qualche camper, tavolini, rifaccio colazione e si avvicina una signora sulla sessantina, mi fa domande e mi dice che ha viaggiato in bici in Europa, poi parlando mi dice che ha avuto anche lei problemi al ginocchio ed inizia a raccontarmi la sua storia, dopo anni di viaggi ora vive con i suoi cagnolini, la sua macchina e la sua roulotte a spesso per il deserto, una vera e propria nomade del deserto ed i suoi mezzi antichi lo dimostrano, abituato a vedere Camper, auto e roulotte nuove, qui mi rendo conto che lei è davvero un personaggio diverso. Mi da acqua per lavarmi la faccia e i denti, mi riempie un paio di bottiglie e poi chiede di concedergli un minuto per parlare con il mio ginocchio, ci poggia le mani e inizia a ‘pregare’, parla rapida e non capisco ciò che dice, un mix tra una preghiera e magia nera direi; la lascio fare, mi dà fiducia questa donna, è una persona che ha vissuto intensamente la vita ed ora si gode la sua solitudine. Prima di partire mi da consigli e raccomandazioni, tra le tante cose mi dice che gli ottanta km che mi separano da Carnarvon saranno difficilissimi perché il vento aumenterà e incontrerò anche la pioggia.
Arrivo in un’area di sosta, con due bagni ma niente acqua, c’è qualche camper, tavolini, rifaccio colazione e si avvicina una signora sulla sessantina, mi fa domande e mi dice che ha viaggiato in bici in Europa, poi parlando mi dice che ha avuto anche lei problemi al ginocchio ed inizia a raccontarmi la sua storia, dopo anni di viaggi ora vive con i suoi cagnolini, la sua macchina e la sua roulotte a spesso per il deserto, una vera e propria nomade del deserto ed i suoi mezzi antichi lo dimostrano, abituato a vedere Camper, auto e roulotte nuove, qui mi rendo conto che lei è davvero un personaggio diverso. Mi da acqua per lavarmi la faccia e i denti, mi riempie un paio di bottiglie e poi chiede di concedergli un minuto per parlare con il mio ginocchio, ci poggia le mani e inizia a ‘pregare’, parla rapida e non capisco ciò che dice, un mix tra una preghiera e magia nera direi; la lascio fare, mi dà fiducia questa donna, è una persona che ha vissuto intensamente la vita ed ora si gode la sua solitudine. Prima di partire mi da consigli e raccomandazioni, tra le tante cose mi dice che gli ottanta km che mi separano da Carnarvon saranno difficilissimi perché il vento aumenterà e incontrerò anche la pioggia.
Riparto e subito si confermano le sue parole, il vento
minuto dopo minuto aumenta, il cielo è nero, una situazione inquietante; da
queste parti qualche mese fa c’è stato un forte uragano, inizio ad essere
pessimista e ad avere un po’ di paura, piove ogni tanto ma in modo leggero, il
vento però è qualcosa di assurdo, mai avevo viaggiato in situazioni cosi dure
in bici, per 30 km non riesco a superare i 10 km/h, è dura, uno strazio, spesso
vado a 5 km/h, devo spingere e fare forza per tenere questo lento ritmo, spesso
mi frena completamente, sto soffrendo questa tappa in modo assurdo ed il cielo
è sempre più nero. Sembra di stare in un film horror, arrivo al cartello che
dice che mancano 50 km a Carnarvon e sono sfinito. E’ dura dover forzare con
una gamba appena guarita, molto ma molto dura, sono quasi propenso a fare
autostop, mi sembra di non aver soluzioni, vado piano molto piano, come andare
a piedi, è sempre più uno strazio.. in un parcheggio c’è un camion, voglio
chiedergli di caricarmi, non lo faccio, riparto con la pioggia, faccio cento
metri ,il morale e basso, il vento sempre più forte, decido di tornare indietro dal camionista,
dopo venti metri però ricambio direzione di nuovo, devo arrivarci da solo con
le mie forze in questa maledetta Carnarvon, non posso fare autostop, cosi
riparto ancora e con un ritmo lentissimo vado avanti, il cielo è sempre nero,
dopo altri venti km percorsi in più di due ore il vento diminuisce, ora riesco
a viaggiare a 12 km/h ma il fisico è stremato, ho consumato tante energie, ho un telefono scarico e in un
altro il 20 per cento di batteria, ho due litri d’acqua e non ho più cibo da
mangiare in modo rapido senza cucinare, sono alla frutta come si dice in questi
casi; continuo, continuo e finalmente arrivo al bivio che va a Carnarvon, mi mancano
solo 6 km ora, inizio ad affrontarli con
tanta felicità ma sempre in modo lento, a 3 km dal centro esce il sole e con il
sole inizia a piovere forte per 5 minuti, giusto il tempo di bagnare tutto.
Arrivo finalmente a Carnarvon, finalmente e ancora finalmente; dopo i disagi
dei giorni precedenti oggi il destino mi ha regalato quest’ultima incredibile
difficile e maledetta tappa per raggiungere questo posto. Dico maledetta ma in
realtà è stata una tappa meravigliosa, difficile, molto difficile, l’ho odiata,
l’ho sofferta e la stavo abbandonando.. per fortuna non l’ho abbandonata, l’ho
vissuta fino all’ultimo km è l’ho finita alla grande. Penso che queste sono le
tappe che ti insegnano tanto, davvero tanto.
Sono a Carnarvon, oggi ho bisogno di un ostello, per
lavarmi, asciugare tutto , ricaricare le batterie, rilassarmi dopo questa giornata difficile e
organizzarmi per la ripartenza. Carnarvon è una città grigia, brutta, la gente
non m’ispira fiducia, una città che non ti fa sentire a tuo agio, non è una città ma un paesino di 5000 abitanti,
c’è un’ostello, non ha posti e non mi fanno lavare; la gente qui non è per
niente gentile, in strada c’è una rissa,
ci sono tanti aborigeni ubriachi e folli, inizio ad odiare questo posto che ho
raggiunto con tanta fatica. Sono le sei è non trovo soluzioni per lavarmi con
una bella doccia calda e per trovare un posto per dormire, devo trovarlo perché
piove e pioverà tutta la notte; poi conosco un gruppo di Italiani, mi dicono
che per 15 dollari posso andare a casa loro, non ho soluzioni e accetto però
devo aspettare le dieci di sera quando finiscono di lavorare.
Non è il massimo delle soluzioni ma è l’unica ed in questo
momento è perfetta. Per ammazzare queste ore d’attesa vado a cenare e poi
approfittando di una pausa di questa dannata pioggia faccio un giro, conosco
tre ragazze che viaggiano in un Van e passo un’ora con loro, una brasiliana,
una tedesca e un’olandese belle e simpatiche. Mi ritrasmettono tante energie e
le recupero totalmente quando vado a casa di Vittorio, un ragazzo di Roma che
alla fine mi fa andare a casa sua in modo abusivo senza pagare, trovo una vera
e propria comunità di Italiani, sembra davvero di essere in Italia, la classica
situazione che non vorrei mai vivere fuori dal mio paese. Ora sono su un divano
in una bella casa, ho fatto una bella doccia calda e sono completamente
rilassato; fuori piove a dirotto e domani il clima sarà uguale. Mi fermo qui un
altro giorno, non so se posso stare in questa casa ma sicuramente non partirò
da Carnarvon. La prossima città dista centinaia di km, in mezzo solo aree di
sosta però ora ho la giusta esperienza per affrontare questi pezzi di Bush, so
cosa devo migliorare e i problemi al ginocchio ormai. sembrano vecchi ricordi, almeno spero, però dai bisogna essere ottimisti. Domani quindi relax e dopodomani si riparte in direzione Karratha, solo 650 km di bush con in mezzo tre aree di sosta e un piccolo paesino di mare. Sarà una bella e lunga avventura!!
DAY 15
BUSH-CARNARVON KM 105
TOT. KM 1394
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